Emergenza, troppe cadute: l’Europa spende 25 miliardi l’anno
Nel vecchio continente c’è un’emergenza sanitaria che nessuno aveva calcolato, ma che rischia di mettere in crisi i bilanci di mezza Europa. Sono le cadute dei nostri nonni. Più di tre milioni di ricoveri in ospedale sono dovuti agli incidenti capitati a persone anziane, costano ai paesi Ue oltre 25 miliardi di euro all’anno. Un fenomeno destinato a un rapido aumento, se è vero che nel 2060 il 30% della popolazione continentale sarà over 65.
Il problema tocca le famiglie e gli anziani di tutti gli stati. Con l’età, i riflessi e la tonicità dei muscoli calano, la vista non è in grado di individuare gli ostacoli e la mente, affaticata, non reagisce con prontezza. Si calcola che un cittadino europeo su tre con più di 65 anni abbia patito una caduta traumatica. Tra gli over 85 le cose peggiorano: cade una persona su due. In una coppia di nonni ultraottantenni, insomma, un incidente in casa è praticamente assicurato. Lo dicono i dati della European innovation partnership on active and healty ageing, la partnership europea sull’invecchiamento attivo, che ha dedicato un gruppo di lavoro alla prevenzione delle cadute.
Danni permanenti
L’attenzione al tema sta crescendo, perché in buona parte dei casi gli incidenti di questo tipo provocano danni permanenti. I sistemi sanitari europei devono fare i conti con un problema di sostenibilità. Non c’è da valutare solo il costo delle prestazioni per curare traumi e fratture, ma anche l’impegno del sistema per sopperire alla conseguente perdita di autonomia dell’anziano. Due voci che incidono pesantemente sui bilanci di tutti i paesi e che hanno fatto lievitare la spesa europea per la gestione complessiva del problema a 25 miliardi di euro annui.
Per correre ai ripari, la Commissione europea ha finanziato il progetto ProFouND, Prevention of falls network of dissemination, un consorzio europeo di università, strutture sanitarie, istituzioni regionali e piccole e medie imprese, impegnate nello studio di buone pratiche per prevenire il fenomeno delle cadute. La speranza: ridurre, grazie a un aumento della consapevolezza e all’uso della tecnologia, l’impatto dei problemi legati all’invecchiamento sul welfare pubblico. L’orizzonte è quello del 2020, data entro cui i programmi comunitari che coinvolgano le autorità sanitarie, il settore commerciale, le Ong e il pubblico, puntano a ridurre gli anni di malattia delle persone anziane e il conseguente costo per le casse statali.
Paese di vecchi
L’Italia, paese con età media tra le più alte dell’Ue, è rappresentata nel network dalla Ics Mugeri di Pavia. «La caduta non è un evento ineluttabile con l’avanzare dell’età, ma un fenomeno dovuto a una serie di fattori che riguardano l’organismo e il suo ambiente – spiega Isabella Springhetti, fisiatra, primario della Unità operativa di Riabilitazione neuromotoria.
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